lunedì 29 dicembre 2008
inverno
venerdì 26 dicembre 2008
Per rilassarsi, Neruda
domenica 21 dicembre 2008
Buon Natale Cari Amici
Volevo solo dirvi..... siete speciali, Tantissimi Auguri e tanta felicità!
Ora giocate con questi link, partecipando usando il mouse
http://www.icq.com/img/friendship/static/card_16961_rs.swf
mercoledì 17 dicembre 2008
la saggezza di Epicuro insegna

martedì 9 dicembre 2008
giovedì 4 dicembre 2008
un mito

Jim Morrison, un mito!
Il leader e cantante dei Doors moriva il 3 luglio 1971 a Parigi. Nella sua trasgressione l'inquietudine di una generazione
«Quando il mio corpo sarà cenere il mio nome sarà leggenda». Avrà sbagliato molto, in vita sua, Jim Morrison, ma non a immaginare cosa sarebbe stato del suo ricordo. Il cantante e leader dei Doors, quando era ancora in vita, era più di un musicista rock in un'epoca in cui rock era ancora vivo. Poeta, appassionato di letteratura (dalla beat generation ai poeti maledetti francesi,) cinefilo e film maker (alla scuola di cinema dell'Ucla aveva conosciuto l'altro fondatore dei Doors, Ray Manzarek), Morrison al momento della sua fine era già un'icona per una generazione che nel «maledetto» fuggito dalla Florida in California identificava il proprio lato oscuro e inquieto. Il corpo di Jim Morrison ha cominciato a diventare cenere il 3 luglio di 35 anni fa, in un albergo di Parigi. La sua morte, con cause rimaste oscure, coincide con l'inizio della leggenda. Anzi, delle leggende, compresa quella che lo vuole ancora vivo, sotto falso nome, dopo aver organizzato la macabra messinscena per sottrarsi alla pressione della popolarità e ritirarsi a scrivere poesie.
La tomba di Morrison al Père Lachaise ( da Internet)E' una vecchia storia: non ci si rassegna facilmente a perdere certi simboli universali. Del resto, se «Elvis è vivo» (e qualcuno che giura di averlo visto si troverà sempre), perchè Morrison non dovrebbe esserlo? Jacques Rochard, un grafico francese che dice di averlo incontrato a Parigi nel 1980, ha scritto addirittura un libro per farlo sapere al mondo. Per evitare equivoci l'ha intitolato «Vivo!». Per chi non ama aggrapparsi al sogno dell'immortalità terrena, il viaggio a Lachaise, E' il camposanto degli artisti e delle celebrità. Lo stesso Jim Morrison amava andare a visitare le tombe dei poeti che adorava. Oggi è un itinerario che si può compiere da casa, con un clic, attraverso il sito del cimitero, per trovare la tomba di Morrison ancora oggi meta di visite e omaggi così come accade a Graceland, o a Central Park sul mosaico che ricorda John Lennon. Lumini, candele e fiori: una cornice che forse non si sarebbe attesa un artista sempre inquieto e insoddisfatto, per il quale la trasgressione era una forma di espressione contro la cultura dominante (gli pesò il processo per i fatti di Miami, quando si spogliò in concerto). Quanto agli stupefacenti, non sarebbe nemmeno un particolare da citare, tanto era diffuso in quel periodo tra tutti i musicisti e gli artisti, in particolare nell'area californiana.
Un estratto di «Riders of the storm» da «L. A. Woman»
A Parigi Morrison cercava una nuova vita. Era arrivato il 12 marzo del '71, appena terminata l'incisione di LA Woman, l'ultimo album dei Doors. E mentre la mente musicale del gruppo, Ray Manzarek, era ancora impegnato nei missaggi, Jim e Pamela (la sua «compagna cosmica» cominciava la loro ricerca di nuove contaminazioni europee. Via la barba, una vita da turista colto, frequentazioni con intellettuali come l'amica regista Agnés Varda, giornate ai cafè e ai musei, serate di cinema e conversazioni. Tutto potrebbe andare al meglio: la sua raccolta di poesie The Lords And The New Creatures è un successo, LA Woman, appena uscito, pure. Ma quando arriva l'estate a Parigi, il suo umore è cambiato e l'entusiasmo ha lasciato il posto alla depressione e all'isolamento. Muore a 27 anni il 3 luglio del 1971. Pochi mesi prima, tra settembre e ottobre del 1970, se ne erano giù andati altri compagni di viaggio: Jimi Hendrix e, subito dopo, Janis Joplin. Circostanze simili e vite, anche le loro, all'estremo. Poche persone per l'addio di Morrison: la notizia non fa immediatamente il giro del mondo come sarebbe successo poi per Elvis e come accadrà, nove anni dopo, per Lennon. Ma i fan, in fondo, sapevano già, fin dall'inizio. Rimettono sul piatto il lp The Doors, uscito nel 1967, già premonitore nelle liriche di una canzone di Morrison: This is the end, beautiful friend. This is the end, my only friend... Il referto parla di un edema polmonare nella notte, probabilmente causato dall'effetto combinato di eroina e alcol. Pamela morirà di overdose tre anni dopo. This is the end, my only friend, the
end….
martedì 2 dicembre 2008
sabato 29 novembre 2008
poesia contro la guerra
Un giorno era tutto una serra
poi venne la guerra
L' enorme aereo rombante
con triste mostruoso cinismo
dall'alto spargendo, distrusse.
Nell' aria incantata si ruppe
l'eterno cantare del bosco
e giunsero grondanti le truppe
di sangue che io non conosco
La pelle era chiara diversa
la fede l'avevano persa
venivan da molto lontano
da molte migliaia di miglia
per fare di questo un pantano
lasciando la loro famiglia
Negli occhi leggevi il terrore
i feriti gridavano Mamma
e molti contavan le ore
gli altri puntavan la canna!
adamus, nov. 2008
sabato 22 novembre 2008
Giù le mani dai Nostri blog!
Andate tutti a vedere il sito di Beppe Grillo, Vogliono ammazzarci i blog!!!
il mio consiglio è quello di annotarsi i nomi dei Parlamentari e del loro Partito di appartenenza e cancellarli definitivamente dalle Nostre future scelte elettorali.........per sempre!! Siamo in tanti, forse è la volta buona che possiamo mandarli a lavorare in fabbrica
http://www.beppegrillo.it/
giovedì 20 novembre 2008
Paolo e Francesca

La storia di Paolo e Francesca a distanza di moltissimi anni, continua ad appassionare , i Giovani Amanti uccisi da Gianciotto Malatesta, perchè sorpresi a baciarsi. Anche Dante si occuperà di loro nella Divina Commedia Pare che Francesca fosse stata ingannata da suo Padre, le due ricche Famiglie, combinarono il matrimonio per procura, Il patto venne suggellato da un matrimonio che coinvolse la giovane Francesca da Polenta e il più anziano, storpio Gianciotto Malatesta. Per guadagnare l'approvazione della giovane a un matrimonio in fondo svantaggioso solo per lei, la tradizione dice che il procuratore fu il più giovane e aitante fratello di Gianciotto, Paolo Malatesta, del quale Francesca si invaghì per un malinteso, credendo fosse lui il vero sposo. «Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, Amor, ch'a nullo amato amar perdona, Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense» (Inferno V, 100-107) |
La storia di Paolo e Francesca Dante la conosce molto bene, i due giovani amanti muoiono quando il poeta è poco più che 20anni: sono quindi quasi contemporanei.
Francesca, (Francesca da Rimini) della nobile famiglia dei Da Polenta di Ravenna, sposa di Giangiotto Malatesta, si innamora del fratello di lui, Paolo; ma Giangiotto scopre l’amore segreto dei due giovani e li uccide.
Dante, nel V Canto dell’Inferno, racconta la triste storia dei due amanti, condannati per l’eternità a essere trasportati da una violenta bufera, simbolo della passione che li ha travolti in vita.
Paolo e Francesca si trovano nel cerchio dei lussuriosi, di persone, cioè, che hanno preferito l’amore terreno e passionale all’amore divino.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lanciallotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
(Inferno, canto V, vv.127-138)
In questi versi, Francesca racconta il momento più intenso e drammatico della sua vicenda: nelle pagine del romanzo che narra l’amore di Ginevra (sposa di Re Artù) e di Lancillotto, Paolo e Francesca leggono i loro propri sentimenti; spesso i loro occhi si incrociano e l’emozione fa impallidire i loro volti (e scolorocci il viso); tuttavia non trovano il coraggio di rivelare il loro amore fino al momento del bacio fra Lancillotto e Ginevra. Allora Paolo, tremante, bacia Francesca, segnando così il loro destino di passione e di morte.
Il personaggio di Galeotto (Galhaut), che nel romanzo bretone favorisce l’amore illecito fra Ginevra e il cavaliere Lancillotto, diventa per Francesca il libro stesso. La parola "galeotto" rimane anche nell’italiano moderno (in uno dei suoi significati) ad indicare qualcosa o qualcuno che permette o favorisce l’amore fra due persone.
Scusate, ho meso la musica di Giuletta e Romeo, in un certo senso credo vi siano molte analogie tra le due vicende
martedì 18 novembre 2008
Carmina Burana

Pitagora
Per esempio, la gente dell’India conosce Pitagora anche senza aver avuto contatto con gli insegnamenti occidentali di Pitagora. L’anno di nascita di Pitagora si suppone sia il 580 a .C. Si pensa che sia nato nell’isola di Samo. In quei tempi, l’insegnamento era piuttosto tradizionale e l’istruzione la si considerava con devozione. Era considerata una iniziazione spirituale. Quando un ragazzo era avviato al leggere ed allo scrivere, era un sacramento. A quei tempi c’erano tre centri dell’Antica Saggezza. Una era in Egitto, un’altra era in India e la terza era in Grecia. Naturalmente, tutti e tre hanno quasi cessato di essere centri dell’Antica Saggezza. In Egitto, oggigiorno, non c’è un centro di istruzione nel suo vero senso. Noi abbiamo la Saggezza dell’Antico Egitto e della Grecia solo nei libri e non nelle città dell’Egitto o della Grecia. Allo stesso modo abbiamo l’Antica Saggezza Indiana nei libri, e fortunatamente, abbiamo circa il dieci per cento delle persone che sono istruite ancora secondo l’Antica Saggezza. Quando Pitagora aveva diciotto anni, perse il padre. C’era un grande uomo, in quei giorni, di nome Talete di Mileto. Talete, che significa Dio Sole, era una delle grandi luci del suo tempo e uno dei grandi Maestri dell’Antica Saggezza. Molte persone da molte parti del mondo andavano a trovarlo e alcuni di loro vissero con lui come suoi discepoli. Pitagora andò a visitarlo. Il grande Maestro Talete lo accettò di buon grado come suo discepolo. Dopo avergli insegnato tutta la sua saggezza, gli consigliò di imbarcarsi per l’Egitto e lì unirsi ai Maestri. Alcuni mercanti aiutarono Pitagora ad imbarcarsi per l’Egitto. In quei giorni, la saggezza era dato solo a studenti selezionati, non era venduta per denaro e non c’era alcuna istituzione di istruzione commerciale come le abbiamo ora. Non si facevano pubblici appelli quale richiamo affinché l’istruzione venisse acquistata. Le gente aveva sviluppato metodi migliori per la sopravvivenza che non per l’istruzione. L’istruzione era qualcosa di molto devozionale e gli insegnanti non erano disponibili a dare istruzione a coloro che volevano commercializzarla. Era così in particolar modo per tre materie: la Medicina , La Legge e la Scienza di Dio o Teologia.
Queste tre materie erano custodite con grande gelosia lontane dalla gente che non credeva che dovessero esser date senza alcuno costo. Per esempio, la Medicina veniva data a quanti fossero disponibili a dare un servizio gratuito. Il governo era solito pagare i dottori, e i dottori dovevano andare in giro per città e villaggi a guarire. Anche dagli avvocati ci si aspettava che aiutassero la gente con gli argomenti legali e il governo li pagava. Gli avvocati avevano piccole tasche sul retro delle loro toghe così che quando qualcuno era soddisfatto, poteva mettere del denaro nella tasca di dietro. Anche oggi, le toghe degli avvocati hanno quelle tasche. Sebbene i dottori e gli avvocati prendano denaro direttamente, la tasca simbolica sul retro rimane ancora come una derisione dell’odierna umanità. I Maestri non furono gentili con Pitagora quando per la prima volta si recò in Egitto. Molto del suo tempo lo trascorreva sottoponendosi a prove e sofferenze, ma egli resistette ad ogni prova. I Maestri allora capirono che non era un’anima comune. Furono pienamente convinti che era nato per fare qualcosa di grande, qualcosa che essi non potevano portare a termine. Essi cominciarono ad insegnarli con grande venerazione, riversando la loro saggezza e i loro cuori in lui. Qualunque Maestro Pitagora avvicinasse, diventava il prediletto di quel Maestro. Era uno dei suoi privilegi. Ma non solo, Pitagora era tra i profeti una eccezione. Gesù il Cristo sottolineava che nessun profeta è riconosciuto nella sua terra. Quando Gesù divenne l’Insegnante del Mondo, mentre egli era adorato e salutato da tutti come il Cristo, fu invitato nella sua terra. Quando fu lì, la gente rideva di lui dicendo: “Questo è Gesù, il figlio del falegname”. Quello era lo stato di ignoranza della sua terra. Gesù sorrideva e diceva: “Nessun profeta è riconosciuto nella sua terra”. Rispetto a ciò, Pitagora rappresentò una grande eccezione ed ebbe maggio successo di ogni altro profeta. Quando ritornò in Grecia come uno dei Grandi Maestri della Saggezza, era onorato dalla sua gente ed era considerato una grande Luce di Saggezza. Le gente era solita rivolgersi a lui come la Luce , il Signore, il Maestro. Egli era così un discepolo prediletto dei suoi insegnanti e l’amato Maestro dei suoi discepoli e seguaci. Ma c’erano anche poche persone che provavano antipatia poiché la gelosia è sempre esistita nel fondo del cuore umano.Pitagora trascorse quasi 22 anni in Egitto, incontrò quasi tutti i Maestri d’Egitto e ricevette il suo insegnamento da loro. Era uno studente in quei centri di apprendimento come Heliopoli, Menf e Tebe.Fu iniziato ai segreti dei matematici, della geometria e della scienza delle stelle, del sistema solare e delle galassie. La scienza delle stelle, in quei giorni, includeva: l’astronomia, l’astrologia, l’astro-psicologia, l’astro-biologia, l’astro-medicina, l’astro-biologia, l’astrolatria e la scienza delle corrispondenze. Se leggi il Trattato sulla Medicina di Ippocrate, troverai la scienza delle corrispondenze e la relazione tra lo zodiaco e la costituzione umana, le funzioni dei vari organi del corpo e dei pianeti, come la struttura umana sua un intero funzionante, come sia olistica, come il sistema solare sia una piccola fotografia del sistema solare. Queste scienze che non esistono nei tempi moderni, esistevano in quei giorni, ed a Pitagora era consentito essere uno studente di quelle scienze.
Pitagora era anche uno studente della scienza del simbolismo. Essa è una scienza sacra nella quale gli esseri umani hanno cercato un passaggio sia dal diciannovesimo secolo. (…)Pitagora fu ammesso come membro delle istituzioni ritualistiche allora esistenti. Egli conosceva il reale valore di un sacramento, come condurlo e quale cambiamento avviene quando si amministra un sacramento. Sapeva come la coscienza si espande e come una tale espansione non è possibile attraverso l’istruzione intellettuale. Uno che conosce la procedura per espandere la coscienza viene chiamato Gran Maestro nei Rituali; diversamente un rituale è solo una cerimonia morta.I Maestri lo ammisero nella scienza dei sacramenti. Gli insegnarono la scienza dei rituali che sono chiamati i Santi e Sacri Rituali. Gradualmente, Pitagora fu fatto un Maestro dei Santi e Ordini Ritualistici. Mentre era in Egitto, Pitagora fu fatto prigioniero dai soldati di Cambise e portato in Babilonia. Fu più tardi rilasciato in circostanze misteriose. Egli colse questa opportunità di fare proprie le ricerche sulla scienza di Dio in Babilonia. Incontrò i capi spirituali dei Magi ed imparò la scienza dei numeri, l’aritmetica, il ramo Caldeo dell’astronomia ed astrologia, come pure la musica. Una delle aspirazioni di Pitagora era quella di vistare l’India. In India ebbe accesso a molti Grandi Maestri della Saggezza e ricevette anche tutti i segreti vedici dai Maestri dei Veda. In India egli finalmente ricevette il titolo di Pytha Guru. La parola Pytha in sanscrito significa un centro internazionale di apprendimento, e Guru significa Maestro Spirituale. Così gli fu conferito il titolo di Maestro Spirituale dell’apprendimento internazionale.
Tratto dal libro “ La Saggezza di Pitagora” (Ekkirala Krishnamacharya)
sabato 15 novembre 2008
Cancro, scoperta dei ricercatori di Candiolo (TO)

15/11/2008 - LA SCOPERTA DELL'EQUIPE DI RICERCATORI DELL'ISTITUTO DI CANDIOLO (TO)
La nuova tecnica rallenta la crescita del tumore e ferma le metastasi
MARCO ACCOSSATO
TORINO,La nuova arma contro i tumori è spingere il cancro al suicidio. Inoculando nella cellula malata un gene terapeutico preparato in laboratorio, all'Istituto di Candiolo per la Ricerca e la Cura del Cancro si è riusciti a trasferire con la terapia genica il Dna di un anticorpo in grado di «spegnere» un oncogene responsabile per la crescita invasiva. Gli anticorpi prodotti da questa sorta di cellula-laboratorio e trasferiti alle cellule malate vicine, rallentano la crescita del cancro e impediscono la diffusione delle metastasi. Lo studio, sviluppato dalla dottoressa Elisa Vigna, giovane e brillante ricercatrice dell'Ircc, e dal professor Paolo Comoglio, direttore scientifico dell'Istituto alle porte di Torino, è durato quattro anni e sviluppa una sofisticata tecnologia messa a punto negli stessi laboratori dal professor Luigi Naldini: l'infettività del virus dell’Hiv opportunamente modificato può essere utilizzata come proiettile biologico in grado di trasportare materiale genetico come fosse un farmaco. Un lavoro - quello di Naldini - descritto otto anni fa sulle pagine di Nature, arricchito oggi dal successo della dottoressa Vigna, pubblicato su Cancer Research, organo ufficiale dell’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro. «Successo - dice la ricercatrice torinese - che incoraggia ulteriori studi sulla cura del cancro attraverso approcci molto promettenti, anche se non ancora applicabili ai pazienti». La terapia genica potrà fornire un'alternativa all'utilizzo degli anticorpi monoclonali convenzionali. «Gli anticorpi convenzionali - dice la dottoressa Vigna - devono essere somministrati solitamente in dosi elevate, il che provoca effetti collaterali e può stimolare una risposta auto-immune dell'organismo». Grazie al trasferimento dei geni terapeutici nella cellula, è il cancro stesso ad autoannientarsi con un’arma naturale che l'organismo è in grado di sintetizzare, secernere e regolare. Una «terapia attiva», com'è stata definita dalla rivista americana. La tecnica è stata sperimentata con risultati positivi su animali di laboratorio trapiantati con cellule umane di Glioblastoma Multiforme, un tumore del cervello per il quale le cure convenzionali presentano molti problemi. La stessa tecnica - che ha come bersaglio l'oncogene Met che interessa circa il 5 per cento di tutti i tumori epiteliali - si è comunque già dimostrata efficace anche nel trattamento di altri tipi di tumore. Per questa ragione, con «cauto ottimismo», i ricercatori dell’Ircc di Candiolo stanno compiendo i passi necessari per organizzare un trial clinico internazionale.
L'Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro
La ricerca
La cura
Visite e ricoveri: chi contattare
Altri siti di interesse
L'Istituto di Candiolo è un centro di eccellenza in grado di assicurare ai pazienti il ciclo completo di trattamento nelle fasi di diagnosi e terapia. Un centro dove la stessa Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ONLUS e l'Università degli Studi di Torino fanno ricerca, portando un contributo significativo alla sconfitta del cancro, in collegamento con i più prestigiosi centri internazionali ed in collaborazione con l'Harvard University Medical School.Esso è realizzato e finanziato dalla Fondazione ma è stato voluto dai cittadini del Piemonte. Solo grazie al loro generoso e tenace sostegno, infatti, è stato possibile dotare questo Istituto del patrimonio umano e tecnologico che ne fa già oggi un modello di riferimento internazionale per la ricerca e cura del cancro. E solo grazie a loro sarà possibile proseguire l'opera di sviluppo e di consolidamento del Centro.
mercoledì 12 novembre 2008
ombre e luci

Ombre e luci
L'ombra della notte oscura la terra
le nuvole della vita oscurano i cuori
poi l'alito del vento fa scorgere il sole
che scova intrecci di dita nervose
ed occhi sfuggenti, abbagliati da
un'alba in camice bianco, recante
un luccicante trofeo, portato alla luce
da un umano Capretto
Tu con lo sguardo ancora assonnato
sogghigni sulla paura passata
e una fuga non celebrata
claudicante Ti avvii a festeggiare
il Tuo compleanno, alle Tue spalle....
stampelle in soffitta e ombre lontane
adamus
martedì 11 novembre 2008
la leggenda di San Martino

domenica 9 novembre 2008
la leggenda della bell'Alda

da questo torrione a strapiombo sulla valle, pare sia avvenuto il salto nel vuoto della bell'Alda
giovedì 6 novembre 2008
Bagna Càuda


mercoledì 5 novembre 2008
Freddie Mercury, un mito

Ritengo sia una delle migliori voci mai esistite
Freddie Mercury-Biografia "Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti. Per me la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori e tutte le scuse sono da imputare solo a me. Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio soltanto avere la maggior quantità possibile di gioia e serenità, e immagazzinare quanta più vita riesco, per tutto il poco tempo che mi resta da vivere."(Ultima intervista di Freddie Mercury, 1991). E' il cantante (e che cantante!) e front-man dei Queen.Il suo vero nome era Faroohk Bulsara,è nato a Zanzibar (nell'attuale Tanzania) il 5 Settembre del 1946,i suoi genitori erano inglesi.Il padre era un diplomatico britannico che quindi si spostava di frequente.Freddie vive la sua infanzia a Bombay (in India) dove i suoi insegnanti iniziano a notare la sua predisposizione per la musica e consigliano ai suoi genitori di fargli prendere lezioni di piano.Poco tempo dopo Freddie forma il suo primo gruppo: "The Hectics". Quando Freddie ha 18 anni la sua famiglia si trasferisce in Gran Bretagna,a Feltham,poi a Londra dove Freddie studia all'Istituto d'arte Ealing College,qui incontra Tim Staffell.Dopo aver conosciuto Tim e Brian si accresce in lui l'idea di formare un gruppo.Prima dei Queen,negli anni 60-inizio 70 Freddie milita negli "Ibex" e nei "Wreckage".Quando Tim Staffell lascia gli "Smile",il gruppo in cui suonava il basso e cantava insieme a Brian e Roger,Freddie si unisce a loro e successivamente al gruppo si unisce John Deacon che viene scelto dopo che i tre avevano provato diversi bassisti.Nasce così il gruppo che Freddie chiamerà Queen.Freddie si era ribattezzato Freddie Mercury:Freddie era un nomignolo che gli era stato dato a scuola mentre Mercury era in onore del dio greco mercurio,il messaggero dell'Olimpo.Inizia così un periodo (più di 20 anni) di grande successo che porta Freddie e i Queen al successo mondiale e alla fama che tutti conosciamo.Pur non essendosi mai separato dai Queen ha fatto (come anche Brian e Roger) anche dei progetti da solista:i suoi album sono Mr.Bad Guy uscito nel 1985 e Barcelona (insieme a Montserrat Caballe) uscito nel 1988.Questi album hanno riscosso un buonissimo successo,soprattutto Barcelona che è bellissimo ed unico nel suo genere.Nell'album Barcelona Freddie dimostra tutta la sua passione per l'opera e la sua stima per Montserrat Caballè con la quale nasce anche una forte amicizia. Gli piaceva moltissimo anche Jimi Hendrix sin da quando era ragazzo.Amava molto i gatti,infatti ha dedicato una canzone al suo preferito: Delilah.Gli piacevano anche i fiori,lo champagne e le torte,e amava dare delle feste molto stravaganti.Freddie era una persona molto generosa e sensibile,con la sua musica voleva trasmettere gioia alle persone. Purtroppo nel 1987 ha scoperto di essere ammalato di AIDS,ciò nonostante ha reagito con grande forza e si è impegnato a sfruttare al meglio il suo tempo per realizzare tutte le sue idee. Da questo momento più che mai ha vissuto la sua vita privata in maniera molto riservata ed ha annunciato solo il giorno prima di morire di essere malato di AIDS e ha trascorso i suoi ultimi momenti di vita nella sua casa a Londra circondato dall'affetto dei suoi amici più stretti.Il 24 Novembre del 1991 è scomparso lasciando un grande vuoto nel mondo della musica e nei cuori dei fan ai quali ha dato il suo ultimo saluto alla fine del video di These are the days of our lives. "Se dovessi morire domani, non mi preoccuperei. Dalla vita ho avuto tutto. Rifarei tutto quello che ho fatto? Certo, perché no? Magari un po' diversamente! Io cerco solo di essere genuino e sincero e spero che questo traspaia.
domenica 2 novembre 2008
Apocalyptica
Ritengo sia una formazione molto interessante e originale, eseguono musica Rock con strumenti da musica classica, sono preparatissimi e molto virtuosi , nelle Loro esecuzioni, riescono sempre creare un'atmosfera suggestiva e misteriosa. Ascoltate tutto il primo brano con attenzione...possiede un crescendo molto coinvolgente , il gruppo pare completamente in trance.. rapito dalla sublime musica.. Fantastici ! ! !
N.B. Questo meraviglioso brano è stato composto da Perttu Kivilaakso ( quello con barba e capelli lunghi) che è stato ed è tutt'ora musicista alla Helsinki Philharmonic orchestra.
Apocalyptica - Farewell
sabato 1 novembre 2008
il Vecchio e il Bambino
Un vecchio e un bambino si preser per mano E andarono insieme incontro alla sera. La polvere rossa si alzava lontano E tutto brillava di luce non vera. L'immensa pianura sembrava arrivare Fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare, E tutto d'intorno non c'era nessuno Solo il tetro contorno di torri di fumo. I due camminavano, il giorno cadeva Il vecchio parlava e piano piangeva. Con l'anima assente,con gli occhi bagnati Seguiva il ricordo di miti passati. I vecchi subiscon le ingiurie degli anni Non sanno distinguere il vero dai sogni, I vecchi non sanno, nel loro pensiero Distinguer nei sogni il falso dal vero. E il vecchio diceva, guardando lontano,"Immagina questo coperto di grano, Immagina i frutti, immagina i fiori E pensa alle voci e pensa ai colori. E in questa pianura fin dove si perde Crescevano gli alberi e tutto era verde, Cadeva la pioggia,segnavano i soli Il ritmo dell'uomo e delle stagioni."Il bimbo ristette, lo sguardo era triste, E gli occhi guardavano cose mai viste, E poi disse al vecchio con voce sognante"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre."raccontane altre."
sabato 25 ottobre 2008
simpatici animali di adamus
Ripropongo questo mio montaggio fotografico dei miei animali , come potrete notare Rocky, il pastore maremmano è un vero attore burlone, si diverte un mondo farsi truccare per mettersi poi in mostra, Vi assicuro che si diverte veramente è un cane molto particolare, a volte si comporta proprio come una Persona, nonostante un passato pieno di sofferenza, Rocky è intelligentissimo è buono! Se volete conoscere la sua storia, cliccate qui.... http://adamus-adamus.blogspot.com/search/label/la%20vera%20storia%20di%20Rocky
When A Blind Man Crie
martedì 21 ottobre 2008
Khalil Gibran

non negategli la vostra approvazione,
né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta
di ascoltare il suo cuore:
nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio,
ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso
con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
la sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che
l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi
lo schiudersi del proprio mistero non è amore,
ma una rete lanciata in avanti
e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno,
ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo
nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
sabato 11 ottobre 2008
Se...........
anche d'inverno maturerebbe il grano
Se al mio alito la Tua pelle donassi
salirei sulla luna con solo due passi
Se poi mi guardassi anche solo un minuto
mi sentirei felice di essere vissuto
L'amore è cosa molto strana
Ti mette in ginocchio a chi meno Ti ama
Ti sogno ogni notte mia grande illusione
Ti sfioro i capelli con grande passione
adamus
giovedì 9 ottobre 2008
che tremarella

domenica 28 settembre 2008
Forza Maddy,devi farcela

mercoledì 24 settembre 2008
Altro premio per Me!

martedì 23 settembre 2008
Io, alla Turin Marathon 95

Ancora addormentato,con la mente offuscata,varco la soglia del parco, il cane della cascina accanto mi segue con lo sguardo sonnecchiante e mi abbaia dubbioso, un'anziana signora sorridendo mi saluta, rispondo stancamente con un cenno del capo e m'incammino nella stradina che si snoda davanti a me. L'aria frizzante e ricca di odori agresti mi avvolge invitante, la mia falcata diventa più veloce, per penetrare il più presto possibile in questa stupenda natura, le foglie appiccicate sulla pagina azzurra del cielo, colmano il mio orizzonte, le stradine immerse in canti di uccelli, guidano la mia ombra saltellante,lo scroscio del torrente, seguito da un'erta salita immersa nel verde, mi alleggeriscono la mente,il ritmo del mio respiro aumenta, la fronte si inumidisce,il mio cuore batte più forte, forse compensando battiti di passioni non celebrate, per un attimo mi rattristo, pensando ad errori commessi, ma l'affanno della corsa cancella tutto. Proseguo in'oltrandomi nella stradina ora in pianura e chiusa ai lati da maestose quercie,per giungere all'inizio di una discesa di asfalto nero lucente, dove mi lancio a capofitto accompagnato dal rullare dei miei passi che muoiono sulla strada, mi ritrovo sul rettilineo infinito, dove scorgo il salice dalla punta secca, che pare toccare il cielo,svolto verso l'uscita del parco,sudato ansimante, ma incredibilmente felice, supero il cancello di qualche metro , mi volto indietro stupito del rinnovarsi costante di questo miracolo.
adamus
Da come avrete capito, amo molto la corsa.......Sono un ex Maratoneta,la Maratona è una corsa di km.42,195 durissima e molto selettiva,quando le gambe sono a pezzi ed i muscoli sfiancati, si prosegue con la forza di volontà, per arrivare al traguardo, è una corsa, dove tutti i partecipanti, provenienti da tutte le parti del mondo,sono tuoi fratelli è come se li avessi sempre conosciuti, il mio passato in questa durissima disciplina sportiva, mi ha lasciato molti valori umani, una grande forza di volontà nel perseguire gli obiettivi prefissati e molto rispetto per gli altri, anche se avversari!!
domenica 21 settembre 2008
Francesco Guccini

Francesco Guccini, nasce il 14 giugno 1940 a Modena, città con cui non ha mai legato fino in fondo, il vate dei cantautori italiani ha trascorso i primi anni di vita a Pavana, sull'Appennino pistoiese. La madre, Ester Prandi, è costretta a rifugiarsi nella casa dei nonni paterni causa l'inizio del secondo conflitto mondiale e la conseguente partenza, come soldato, del padre Ferruccio. Dopo la guerra Francesco Guccini torna a Modena insieme alla famiglia e finite le scuole lavora come giornalista per la Gazzetta di Modena. Nel 1961 si trasferisce a Bologna e si iscrive all'università, dove nasce il mito dell'eterno studente: completa gli esami, ma non si laurea (nella canzone "Addio" Guccini canta, parafrasando Socrate, "io, Francesco Guccini, eterno studente / perché la materia di studio sarebbe infinita / e soprattutto perché so di non sapere niente"). La carriera musicale di Guccini comincia alla fine degli anni '50, quando entra a far parte di gruppi rock. Nel 1961 scrive la sua prima canzone ("L'antisociale") e l'anno dopo scopre Bob Dylan. Negli anni '60 si fa conoscere soprattutto come autore ("Auschwitz" per l'Equipe 84 e "Dio è morto" per i Nomadi, di Augusto Daolio) ed è vittima di una censura all'italiana: "Dio è morto", canzone di profonda spiritualità - trasmessa persino da Radio Vaticana - viene censurata dalla RAI, perchè considerata blasfema.
Nel 1967 pubblica il suo primo disco, "Folk Beat n. 1", con brani oggi considerati grandi classici come "Noi non ci saremo", "Statale 17" e "In morte di S.F. (Canzone per un'amica)". Come Fabrizio De André, anche Francesco Guccini non si è mai lasciato imporre i ritmi dall'industria discografica ma ha sempre inciso se ne aveva voglia e quando sentiva di avere realmente qualcosa da dire. Tappe fondamentali della sua musica possono essere considerati "Radici" del 1972 (con quello che è un po' il suo inno: "La locomotiva", ballata anarchica ispirata a una storia vera del 1893), "Via Paolo Fabbri 43" del 1976 (il cui titolo altro non è che l'indirizzo bolognese di Guccini e con "Piccola storia ignobile", un brano dedicato alle polemiche sull'aborto), "Fra la Via Emilia e il West" del 1984 (registrazione del concerto del 21 Giugno 1984 in Piazza Maggiore a Bologna, la miglior antologia possibile dei primi vent'anni musicali di Guccini), "Signora Bovary" del 1987 (con canzoni dedicate al padre – "Van Loon" - e alla figlia Teresa – "Culodritto" - forse l'album di Guccini in cui c'è più attenzione per la musica, per una volta non solo sfondo per i testi) e l'amaro e malinconico "Quello che non..." del 1990 (con una splendida canzone d'amore – "Canzone delle domande consuete" - e la bellissima e triste "Cencio", dedicata a un amico della Bocciofila di Modena). Guccini ama considerarsi un appartenente alla famiglia dei cantastorie dai quali ha ereditato una tecnica raffinata nella costruzione dei versi delle sue canzoni, unica nel suo genere. Politico è il suo modo di raccontare le cose e di poetare, strettamente legato ad una forma dubitativa espressa attraverso una velata ironia, che è una delle sue caratteristiche più interessanti. Non è un caso che Guccini venga studiato nelle scuole come esempio di "poeta" contemporaneo e che gli sia stato conferito nel 1992 il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la sezione "Versi in Musica". Francesco Guccini è anche scrittore: ha esordito nel 1989 con "Croniche Epafaniche", racconto dell'infanzia pavanese, seguito nel 1993 da "Vacca d'un cane", sull'adolescenza a Modena e gli inizi musicali. Nel 1997 poi, insieme a Loriano Macchiavelli, si è cimentato nel giallo, con il romanzo "Macaronì", seguito nel 1998 da un altro giallo scritto ancora con Macchiavelli: "Un disco dei Platters". In mezzo a tutto questo, si trovano anche un curioso dizionario Italiano-Pavanese e la biografia "Un altro giorno è andato". Del 2003 è il libro "Cittanòva blues".
venerdì 19 settembre 2008
Bambino Fenomeno
mercoledì 17 settembre 2008
martedì 16 settembre 2008
Ciao Richard!


Ciao Richard! la Tua musica resterà sempre con Noi, grazie!
Wright fu coautore di cinque canzoni dell'Lp "Dark Side of the Moon", che uscito nel 1973 è stato per 14 anni tra i 200 album della classifica di Billboard, diventando uno dei dischi più venduti di tutti i tempi. Quanti bei ricordi!!!!
domenica 14 settembre 2008
lunedì 8 settembre 2008
I.C.I. o "Service Tax" questo e il problema


domenica 7 settembre 2008
altri 2 premi


Dunque, si tratta del premio di qualità di Punto d'Arte della Vita, creato per onorare e riconoscere il lavoro di bloggers, i cui blogs motivano la "terapia dell'Arte".Ci sono ovviamente delle regole da seguire:
sabato 6 settembre 2008
regalo per Sara

domenica 31 agosto 2008
Celtica

Turlough O'Carolan (1670 – 25 marzo 1738) fu un arpista itinerante irlandese, ed è considerato il più grande compositore irlandese nonche l'ultimo bardo.
O'Carolan nacque a Nobber, nella contea di Meath, e all'età di 14 anni si spostò con la sua famiglia a Ballyfarnan, nella contea di Roscommon, dove suo padre andò a lavorare presso la famiglia MacDermott Roe. La sig.ra MacDermott gli diede un'educazione e lui mise subito in mostra il suo talento poetico. Il vaiolo lo rese cieco all'età di 18 anni. O'Carolan studiò l'arpa per tre anni, poi prese un cavallo e una guida e cominciò percorrere l'Irlanda da un capo all'altro componendo canzoni per i nobili: avrebbe praticato il mestiere di arpista itinerante per 50 anni. Celebrato già in vita, ma più come poeta che come compositore, morì nella casa del suo benefattore McDermott Roe nel 1738. In ossequio alla sua popolarità, la veglia funebre durò 4 giorni. O'Carolan è sepolto nel villaggio di Keadue, nella contea di Roscommon, dove si tiene il O'Carolan Harp Festival ed una scuola estiva in memoria della sua vita e del suo lavoro.
La musica di Carolan
Musicista e poeta, Carolan in contrapposizione alla pratica dell'epoca in Irlanda, usava scrivere la musica prima dei testi. Tuttavia Carolan riteneva che la poesia avesse sempre precedenza sulla musica. Riuscì a combinare molto bene le due grandi correnti musicali dell'epoca, la musica classica e la musica popolare lasciandosi influenzare dalla musica barocca sia di Antonio Vivaldi che di Arcangelo Corelli. Fu un grande ammiratore di Geminiani che incontrò a durante uno dei soggiorni a Dublino del compositore italiano.
Della sua musica è arrivata fino a noi una sola copia, sotto forma di una raccolta di arie con solamente la linea melodica. Non si sa quindi in quale modo accompagnava o armonizzava le sue composizioni. Scrisse numerose arie in omaggio ai suoi ospiti e mecenati, che chiamava "planxty". Il termine è stato ripreso dal gruppo irlandese ononimo, Planxty. Compose circa 220 arie molte delle quali sono suonate tutt'oggi.