domenica 9 novembre 2008

la leggenda della bell'Alda



La Sacra di San Michele è una Abbazia Bellissima,un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano ,fondata nel 996, situata all'inizio della Val di Susa sopra gli abitanti di Sant'Ambrogio e Chiusa di San Michele. È il monumento simbolo della regione Piemonte. Ristrutturato, è affidato alla cura dei padri Rosminiani. Qui nasce la leggenda della bell'Alda.

Quella della Bell’Alda è forse la leggenda più nota della valle di Susa. La fama di questa storia popolare è molto poetica ed in più è legata al monumento principe di questa zona, la Sacra di S.Michele.Non si sa con precisione a quale periodo storico si può far risalire la narrazione. C’è chi dice ai tempi del Barbarossa, c’è invece chi sostiene che gli accadimenti siano avvenuti nel 1300. Fatto sta che si parla di un momento storico in cui la valle era percorsa da mercenari e conquistatori dediti ad ogni sorta di razzia e di torbida azione per cui la gente terrorizzata si rifugiava lassù alla Sacra, che era diventata come un fortino. Durante una di queste incursioni un gruppo considerevole di valligiani era scappato sul Pirchiriano: uomini, donne, bambini speravano di trovare nel monastero la protezione per sottrarsi alla furia dei soldati. Fra di loro c’era anche una giovane bellissima di nome Alda che, proprio per la sua prestanza fisica, era chiamata Bell’Alda.Dopo aver saccheggiato le case a valle i soldati si misero sulle tracce dei fuggiaschi e ben presto salirono al monastero. Qui rubarono tutto il possibile, uccisero i monaci e gli sfollati, non prima però, di aver oltraggiato le donne. Solo Alda riuscì a sottrarsi rifugiandosi in un torrione (che ancora oggi porta il suo nome e di cui restano solo più i ruderi). Qui la giovane si mise a pregare intensamente la Madonna e quando i soldati la raggiunsero raccomandò la sua anima alla Vergine e si buttò nel vuoto piuttosto di finire tra le grinfie di quelle furie umane. La sua fede così viva la salvò: la Madonna mandò in suo soccorso due angeli che discesi dal cielo la presero per mano e l’accompagnarono nel volo depositandola dolcemente a terra.Qualcuno dice che la vanità è femmina e per la Bell’Alda mai proverbio fu più azzeccato. Infatti, quando finirono le scorrerie, passata la paura e tornata la serenità, Alda andò in giro a pavoneggiarsi della sua impresa, ma nessuno dei paesani volle crederle. Allora Alda si infuriò per tanta incredulità e sfidò tutti riproponendo il salto nel vuoto. Ma questa volta la sua superbia fu punita e quando, davanti ai paesani sgomenti, si lanciò dal torrione si sfracellò sulle rocce sottostanti. Di lei non rimase nulla tanto che un detto piemontese recita «’l toc pi gross a l’è l’ouria» ovvero «il pezzo più grosso è l’orecchio».

da questo torrione a strapiombo sulla valle, pare sia avvenuto il salto nel vuoto della bell'Alda

3 commenti:

Paola ha detto...

Come sono belle le leggende: mi affascina sempre tanto il racconto di una leggenda:poveretta però! e d'altra parte la sua superbia, la sua presunzione, in qualche modo doveva essere punita.
Grazie di questo racconto: ciao, un caro saluto.

marinella ha detto...

Che bella questa leggenda, non la conoscevo e dire che non abito poi così distante. Grazie.

salamandra ha detto...

Sono stata un paio di volte alla Sacra di Sacra Michele, ma non conoscevo questa leggenda che si adatta perfettamente a questo luogo affascinante