Questa mattina ho fatto il mio consueto giretto nel parco della Mandria.
Reduce dai miei guai fisici che tutti ormai conoscete, ho intrapreso una corsetta lenta , un’andatura leggermente superiore ad una camminata vigorosa.
Visto l’andatura da zombi acciaccato, ho potuto guardarmi intorno con calma e attenzione.
Ho notato molti alberi secolari del parco contrassegnati con dei simboli rossi , in quanto destinati ai denti implacabili della motosega.
Questa crudele sentenza viene emanata dagli organi responsabili della manutenzione del parco.
Ovviamente non è un arbitrio inopportuno o una vendetta personale contro l’amico albero, sono alberi di certa età , con il tronco minato dalle malattie degli anni, quindi potrebbero rappresentare pericolo per i frequentatori del parco.
Nonostante queste premesse, la mia mente inizia ad elaborare pensieri tonti , immedesimandosi nell’albero condannato a morte.
“ Non è giusto... Sono secoli che regalo il mio ossigeno alla Terra, la mia ombra nelle calde giornate estive , le mie bacche saporite, che trattengo il terreno con le mie radici per scongiurare frane.
Le mie fronde hanno ispirato poeti e pittori , colorato le stagioni , vegliato in silenzio baci appassionati , ho ossigenato polmoni a migliaia di sportivi , ho accolto passeggiate di anziani e giocosi bambini.
I miei rami hanno offerto dimora a cinguettanti uccellini .
Mi sono sempre donato a tutti , senza mai protestare.
Non è detto che io cada adesso , potrei reggermi sicuramente per decine di anni ancora e poi , in primavera le mie foglie sono ancora verdi e rigogliose.
Mai capirò questa cruenta decisione , ho donato sempre tutto me stesso all’uomo ed egli per ricompensa mi abbatte.
Ci dovrebbe essere una pensione anche per noi alberi , basterebbe un recinto per salvaguardare le persone dalla nostra accidentale caduta.
Dopo secoli di lavoro, sarebbe troppo bello godersi la vecchiaia in santa pace, aspettando che la nostra sorte venga decisa dalla natura e non dall’uomo.
Con affetto, un vecchio albero “